Vorrei sapere

Vorrei sapere

Cos’è piangere per qualcuno. Cos’è piangere davanti a qualcuno. Cos’è cancellare uno strato di distanza alla volta e restare vicini con la pelle che si fonde.

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Perché associo un momento cristallizzato ad ogni canzone. Cos’è il fuoco impazzito che scorre nelle vene e il nettare che riempie il petto di follia e l’oro sulle spalle la luce nei capelli i lampi nello sguardo il ritmo di una risata di una camminata.

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Cos’è dormire vicini. Cosa sono le lenzuola tiepide ma vuote di cui parlano le canzoni e vorrei sapere se poi si intrecciano anche i sogni la notte. Cos’è essere fieri di qualcuno fino ad essere in lacrime. Cos’è rimanere privi di difese. Cos’è il bene cos’è il male castelli di attimi di fiocchi di neve di vento. Cos’è mangiare insieme. Cos’è l’amore. Perché dobbiamo stare tutti in equilibrio.

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Cos’è la rabbia e le mani che tremano e perché dovrebbero tremare. Cos’è la delusione. Cos’è non sapere niente ma sguazzarci dentro. Perché amo tutti e nessuno. Cos’è voler entrare nella testa degli altri. Cos’è intrecciare parole su parole e creare nel cervello un superavvolgimento di fili che forse sono spezzati ma non lo saprai mai.

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Cosa sono tutti gli schermi che mettiamo fra noi e il mondo. Perché è in qualche modo confortante avere gli occhi annebbiati di lacrime. Cos’è pensare la stessa cosa nello stesso istante. Cos’è amare incondizionatamente. Perché si tirano i sassi nel mare. Cosa vuol dire conoscersi. Com’è che amicizie diverse possono intersecarsi fra di loro. Quanti capelli ho. Quanti anni ancora. Come sarà e perché e dove finirò – questo non lo voglio sapere. Era una domanda retorica.

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Foto: Tommaso Ricci
Testo: Agata