Adelaide non capirà mai. Nessuno capirà mai, ma a lei vorrei cantarlo fino a farla entrare davvero nel mio mondo. Se fossi sicuro che è con me, non avrei paura né dell’America né del futuro né della morte. In definitiva, sono io un pazzo? Sono io all’inizio di una strada che non porta da nessuna parte? Sono io all’inizio di una strada che porta in alto? Sono io nel gruppo? Sono io fuori dal gruppo? Sono io nel libro? Sono io fuori dal libro? Sono io innamorato di Aidi? Sarei felice, con lei, se non dovesse partire per l’America, o tutto quel che di bello sta succedendo è solo per la fretta di avere poco, pochissimi giorni, a disposizione? Siate pronti poiché non sapete né il giorno né l’ora.
“Alla fine ognuno cerca di far muovere gli altri nel suo personale teatrino. Il peggio è che io farò precisamente tutte questo cose, tutto quel che si aspettano da me, un gesto dopo l’altro, in fila, per vivere anche nelle loro scenette squallide o banali o tragiche e poi riderne da solo, ma farò tutto quel che vogliono, perché l’unico modo che ho di sentirmi vivo è cambiar continuamente e fare sempre delle cavolo di recite.” (Dall’Archivio Magnetico del Signor Alex D.)
(Se uno con una ragazza ci sta veramente bene, deve essere difficile trovare qualcuno che vi faccia una foto senza rovinare tutto dicendovi che non sorridete abbastanza. Bisogna fare molta cautela, con chi è felice.)
Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo? … Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità. […] Cioè uno dei fini ultimi è questa cavolo di serenità martoriata. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada? La realtà è che mi trovo costretto a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto.
E allora, perché cavolo i suoi occhi sono così – come dire – sono così lustri, mentre per l’ultima volta scende come un Girardengo appena appena più basso e rock per la via Codivilla?
Comunque, no, mica piange. Ha solo gli occhi un pochino lustri per via dell’enorme velocità, è chiaro. Okay. È anche perché quel figlio di puttana del piccolo principe ha addomesticato la volpe. E poi, forse, perché magari sta pensando che dei due pirati, adesso, qualcosa è come stesse andando un po’ via per sempre. Sapete come ragionano certi ciclisti sentimentali, alle volte. Magari sta giusto pensando che determinate cose, nella vita dell’Uomo, possono succedere una volta sola. Sì, insomma, potrebbe farlo.
Comunque no, non piange mica. E poi è un Girardengo, kazzo…
– Capraeeeeelefante